Umberto Fogagnolo
Nasce a Ferrara il 2 ottobre 1911. Ingegnere, responsabile dell’Ufficio Idromeccanica della Ercole Marelli. Noto per i suoi sentimenti antifascisti fin dal liceo. Il 25 luglio 1943, partecipa tra i primi alle manifestazioni antifasciste. Tiene comizi in fabbrica e diventa il promotore e l’organizzatore della costituzione della Commissione Interna. L’8 settembre del 1943 é gravemente ferito dai nazifascisti in piazza Duomo, in un felice tentativo di liberare un patriota1. Arrestato, riesce a fuggire dall’ospedale, mantenendosi anonimo, grazie alla collaborazione di un medico compiacente.
Dopo l’armistizio, in collegamento con vari partiti del Cln di Milano, dirige e coordina il movimento clandestino della Ercole Marelli e delle fabbriche di Sesto San Giovanni. Cura l’invio in montagna e in Svizzera di prigionieri Alleati, di ricercati politici, di ebrei2 e di partigiani. Insieme a Giulio Casiraghi, operaio comunista che ha conosciuto anni di carcere e di confino, organizza gli scioperi del marzo 1943 e del marzo 19443 . Nella primavera del 1944, compie numerose azioni di sabotaggio a Milano e in altri settori lombardi; in particolare, nelle montagne lecchesi.
Per la scelta di obiettivi strategici, viene spesso consultato dalle formazioni partigiane di montagna e il suo parere é determinante. In un’intervista a Patria Indipendente del dicembre 2006, il figlio Sergio racconta che venne chiamato a valutare l’ipotesi di far saltare la diga di una centrale idroelettrica, la cui corrente riforniva gran parte della città di Milano e numerose industrie belliche, la cui produzione finiva in Germania: un sabotaggio avrebbe prodotto gravi e incalcolabili difficoltà all’economia bellica nazista. Ma suo padre, dice Sergio, bocciò risolutamente quell’ipotesi perché pensava alla ricostruzione del dopoguerra e ai costi, in tempo e denaro, necessari per riparare un impianto di quel genere e far ripartire la produzione industriale4.
In città Umberto Fogagnolo partecipa ad alcune ardite azioni. Grazie alle vaste relazioni personali, riesce ad ottenere un appuntamento con l’allora vice questore Mendia. Ci va e, a rischio della propria vita, si presenta come emissario del Cln-AI, gli spiega l’attuale, disastrosa situazione della guerra, da cui risultano sicuramente perdenti sia i nazisti che la Rsi, e gli chiede un’adesione al movimento clandestino: se uscirà libero dalla questura e se il dr Mendia libererà i cinque patrioti, detenuti a San Vittore, Fogagnolo capirà! Esce incolume dalla questura e torna a casa. Il giorno dopo i cinque partigiani sestesi furono liberati 5 .
Arrestato il 13 luglio 1944, in seguito a delazione, all’uscita dello stabilimento Ercole Marelli di Sesto San Giovanni, viene tradotto nel carcere di Monza, dove è ripetutamente torturato. L’8 agosto, è trasferito al quinto Raggio di San Vittore a Milano. Brevissimo e toccante l’ultimo messaggio di Umberto Fogagnolo ai suoi cari e al suo Paese: Il mio ultimo pensiero per voi W ITALIA.
Solo nel tardo pomeriggio del 10 agosto, la moglie di Umberto, Fernanda, viene a sapere che tra le vittime dell’eccidio di piazzale Loreto c’é anche suo marito. Essendo in stato interessante, non va sul luogo della strage, ma il giorno dopo va all’obitorio, dove, in stato di shock e mortificata dal dolore, identifica il corpo straziato di Umberto6 .
Il 15 gennaio 1970 a Umberto Fogagnolo viene concessa alla Memoria la Medaglia d’argento al Valor Militare. Questa la motivazione:
“Instancabile e coraggioso organizzatore e capo della Resistenza armata degli operai di un grosso centro industriale contribuiva validamente al buon esito della lotta di resistenza. Individuato dall’invasore e consapevole del gravissimo rischio cui andava incontro, preferiva restare tra i suoi uomini anziché cambiare zona. Catturato, affrontava torture e morte con lo stoicismo dei grandi martiri.
Milano – Piazzale Loreto, 10 agosto 1944”
1. Sesto Proletaria, Cospirazione eroica, Liberazione di un patriota, firmato c.c. (Carlo Ciceri, (n.d.a.), 6 dicembre 1945, pag. 1. Archivio della famiglia Fogagnolo. Cfr. anche Mascetti, La pelle dell’orso, Greco & Greco Editori, Milano, 1990, pagg. 118-19.
2. Cfr. Corriere d’Informazione, Un Uomo, di G. A. (Giulio Alonzi, n.d.a.), 10 agosto 1945, pag. 1. Archivio della famiglia Fogagnolo.
3. Franco Alasia, La vita di prima, Vangelista, 1984, pag. 253 ÷ 263.
4. Documento del Cln aziendale Ercole Marelli, datato 5 febbraio 1946, a firma Recalcati e altri tre (firme illeggibili). Archivio della famiglia Fogagnolo.
5. Sesto Proletaria, Cospirazione eroica. Scarcerazione di un gruppo di detenuti politici, firmato c.c. (Carlo Ciceri, nda), 13 dicembre 1945, pag. 2. Archivio della famiglia Fogagnolo. Cfr. anche Mascetti, La pelle dell’orso, Greco & Greco Editori, Milano, 1990, pag. 140.
6. Franco Alasia, La vita di prima, citato.