Domenico Fiorani
Nasce a Roron (Svizzera) il 24 gennaio 1913. Nome di battaglia Mingo. Tecnico in trattamenti chimici a Sesto San Giovanni, già durante il fascismo vi organizza nuclei operai, cura la preparazione e la diffusione di stampa clandestina. Dopo il 25 luglio 1943 assume un ruolo di primo piano nell’azione politica, continuata clandestinamente su vasta scala dopo l’8 settembre 1943. E’ l’organizzatore del Partito Socialista Italiano a Sesto San Giovanni. Viene arrestato il 25 giugno 1944, dalla polizia politica guidata da un delatore, mentre andava a trovare la moglie ricoverata in ospedale a Busto Arsizio. Lo portano nel carcere di Monza e lo interrogano alla casa del balilla. Una delle ultime volte che vede sua madre nel parlatorio della prigione, è chiaro anche con lei, quasi spietato: E’ inutile che tu pianga, mamma, tanto se non finisce la guerra, io da qui non esco vivo. La signora Olga ricorda perfettamente queste parole, ma allora non ci volle credere. La mattina del 10 agosto quando viene prelevato dalla cella di San Vittore, dove é stato trasferito da Monza due giorni prima, capisce che lo portano alla morte. Scrive due commoventi righe su un biglietto che infila nella calza:
“Pochi istanti prima di morire a voi tutti gli ultimi palpiti del mio cuore, W l’Italia.”
La madre troverà il biglietto quando, all’obitorio, ricompone il corpo del figlio.